The Exhibition of Cutting Tools

Every year the Museum of Cutting Tools organizes a series of initiatives related to the craftsmanship of cutting irons. The most important is the annual “Exhibition of Cutting Tools” (in Italian “Mostra dei Ferri Taglienti”), which has been organized in Scarperia for over 45 years. The “Center for Research and Documentation on the Craft of Cutting Tools” (CRDFT, Centro Ricerca e Documentazione sui Ferri Taglienti in Italian),composed by experts in the knife sector, year after year chooses splendid blades to be exhibited at the Vicar Palace (Palazzo dei Vicari), to highlight their comparison with the history of Scarperia. Each edition varies from the previous one, and tries to show different blades to Scarperia. For example, in the past, Japanese katanas, African blades, Indian sub-continent blades, Spanish blades belonging to private collections, hunting blades, medicine blades, razors and much more have been exhibited.

46° Exposure of Cutting Irons in Scarperia

“The Scarperia cutlery – Tradition and innovations”

The 46th Exposure of Cutting Irons in 2019, the twentieth anniversary of the inauguration of the Museo dei Ferri Taglienti, will focus on the production of the knife makers from Scarperia. In addition to the exhibition of the most innovative products presented by the artisan producing knives, we intend to offer a path of research and illustration of the most recent artisan history of the country, from the second half of the nineties to the present era. This part of the history of cutlery is unknown to the majority of the museum’s residents and visitors, and it is instead very important to underline how, after a period of stall (the eighties of the last century) in which the products on sale were of low quality (in the choice of raw materials) and with standard models without any research of a professional nature, we wanted to relaunch the production with new subjects, sometimes unrelated to the world of knife makers and betting on new professionals born in families of the artisan tradition after a period in which members of the same were now included in industrial production. This production was characterized by a high level of specialization that prevented the subjects, albeit users of high quality raw materials, from knowing the realization of the knives at every step. Only the knife makers are able to describe this economic and professional process. And this is what the exhibition should narrate, alongside the products. Materials, models, work process, supported by high quality images, both of products and activities.

45° Mostra dei Ferri Taglienti a Scarperia

“Navajas da sogno” – dalla Spagna la collezione del Museo Municipal de la Cuchilleria de Albacete

La mostra nasce in collaborazione con il Museo Municipal de la Cuchilleria de Albacete (Spagna) e vuole aprire un significativo confronto tra gli aspetti della tradizionale produzione di lame di Scarperia con quelle del paese di Albacete. Si tratta di 140 pezzi di peculiare rilevanza storica e artistica distribuiti in coltelli, navajas, pugnali e forbici realizzati tra il XVIII ed il XXI secolo. In previsione della annuale Mostra promossa dal Museo dei Ferri Taglienti nell’ambito del programma di valorizzazione/promozione delle peculiarità dell’artigianato scarperiese, è stato avviata una significativa collaborazione con il Museo Municipal de la Cuchelleria di Albacete che ha accolto con molto favore l’idea di trasferire una parte delle proprie collezioni nelle sale del Palazzo dei Vicari di Scarperia. L’esposizione, oltre a mettere in luce le caratteristiche della coltelleria spagnola, richiamerà l’attenzione sulle modalità di commercializzazione dei prodotti affidata all’attività del coltellinaio ambulante che smerciava i propri prodotti offrendoli ai viaggiatori che utilizzavano la rete ferroviaria e viaria che faceva capo ad Albacete.

44° mostra Splendore di lame

 

La mostra nasce in collaborazione con il Museo Stibbert di Firenze e vuole aprire un significativo confronto con gli aspetti della produzione di lame di qualità in ambito internazionale di peculiare rilevanza storica e artistica. Il percorso espositivo previsto dal Museo dei Ferri Taglienti per il 2017 propone un itinerario intorno alle armi “da offesa” e “da parata” appartenenti al subcontinente indiano. Si tratta di una selezione di armi bianche significative per la tipologia delle lame e per la preziosità della loro decorazione con l’impiego di metalli e pietre preziose. Un ulteriore elemento di unicità è poi da riconoscere nella presenza di elementi decorativi sia nelle impugnature di spade e pugnali che nei rispettivi foderi e astucci metallici lavorati finemente, riproducendo elementi vegetali e /o elementi animali con grande abilità e raffinatezza del disegno.

43° Mostra dei Ferri Taglienti a Scarperia

“Lame dal Corno d’Africa”

La tradizionale Mostra dei Ferri Taglienti, ospitata nel Palazzo dei Vicari di Scarperia e patrocinata dal Comune di Scarperia e San Piero, giunge quest’anno alla sua 43° Edizione, dal tema “Lame del Corno d’Africa”.
Realizzata dal Centro di Ricerca e Documentazione sull’Artigianato dei Ferri Taglienti con il coordinamento tecnico della Pro Loco di Scarperia, vede la rinnovata collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, sezione di Antropologia e Etnologia, dal quale provengono tutti i manufatti esposti.
La volontà del Centro di Ricerca di indagare la varietà delle lavorazioni e l’articolazione dei manufatti di altri popoli e Paesi, anche oltre i confini europei, ha portato negli anni ad organizzare un’esposizione dedicata alle Lame d’Africa nel 2001, una sui coltelli dell’Arcipelago Indonesiano, nel 2009, fino alla recente mostra sulle “Lame dei Samurai” della scorsa edizione.
Le opere in mostra quest’anno sono materiali raccolti durante la “Missione Eritrea” organizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1905-06, con lo scopo di studiare il territorio della nuova colonia italiana, dal punto di vista geografico, geologico, antropologico ed etnografico.
I ferri taglienti esposti nelle sale del piano nobile del Palazzo dei Vicari sono rappresentativi della vita lavorativa eritrea ed etiope; vi figurano asce, coltelli, falcetti, zappe, scalpelli, ma anche oggetti per la cura della persona, come rasoi. Inoltre, tra i pezzi più pregevoli, vi sono gli oggetti appartenenti all’apparato cerimoniale connesso alla guerra, come lance, spade, pugnali completi di foderi, una sciabola da parata con fregio su entrambi i lati e uno scudo di cuoio decorato con motivi geometrici.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo sabato 30 Luglio alle ore 11:00 negli spazi del Palazzo dei Vicari a Scarperia, nel comune di Scarperia e San Piero (Fi). A seguire visita guidata alla mostra e aperitivo.
L’esposizione resterà visitabile fino al 30 ottobre, con orario di apertura da mercoledì a domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00.

Token, le lame dei Samurai” arte & tecnica della forgiatura in Giappone

 

Dal 01 Agosto al 27 Settembre 2015 

Per la quarantaduesima edizione della Mostra dei Ferri Taglienti la Pro Loco di Scarperia e il Centro di Ricerca sui Ferri Taglienti hanno deciso di rinnovare la collaborazione con l’Associazione Italiana per la Spada Giapponese (I.N.T.K.), che nell’autunno del 2013 aveva portato alla straordinaria dimostrazione di forgiatura a cura del maestro Yoshindo Yoshihara.

In quell’occasione il maestro, uno dei più abili e famosi al mondo e dichiarato “Tesoro vivente per la prefettura e la città di Tōkyō”, aveva affascinato i presenti con una suggestiva esibizione dell’arte tramandata oralmente di padre in figlio da centinaia di anni.

Questa volta invece, le sale nobili del Palazzo dei Vicari ospitano un nucleo di preziosissime lame giapponesi rese disponibili grazie ai prestiti dell’I.N.T.K. e di alcuni dei suoi membri.

L’esibizione illustra le fasi del processo di fusione dell’acciaio, ottenuto da speciali sabbie ferrose fuse nella fornace detta “tatara” e mostra anche una porzione dell’”acciaio gioiello”, nucleo di partenza per la forgiatura delle lame.

Tra le opere esposte ci sono lame di varie lunghezze, dai corti pugnali, chiamati tantō,ai wakizashi, spade tra i 30 e i 60 cm, fino ai tachi e katana superiori ai 60 cm.

L’arco temporale rappresentato va dai tachi più antichi del XIII e XIV secolo, fino a spade contemporanee forgiate da Yoshindo Yoshihara negli anni 2000. Molti sono gli esemplari appartenenti alla nuova era delle spade giapponesi, il XVI e XVII secolo.
L’allestimento delle opere in alcuni casi prevede che le lame siano esposte senza la loro montatura, in modo da rendere visibile anche la firma apposta sul codolo, ovvero la parte grezza che resta normalmente coperta dall’impugnatura.

Le altre incisioni visibili sulle lame, sono invece i ricchi “horimono”, disegni realizzati a bulino ai lati delle lame, raffiguranti draghi o divinità shinto.
Non mancano in mostra anche i foderi, in legno laccato con applicazioni in metallo, le impugnature in pelle di razza ricoperte da fasce di seta, cotone o pelle e le guardie, la parte più decorata delle spade, dove la maestria dei decoratori poteva sfogarsi per raffigurare paesaggi marini, fluviali o raffinati intrecci di fiori.
La mostra vuole quindi essere l’occasione per apprezzare i frutti di un’arte pregevole, figlia di un mondo lontano dal nostro, ma non così diverso per quanto riguarda la passione e l’abilità dei maestri forgiatori.

Belli e terribili. I coltelli a scatto della collezione Di Bon

 

Dal 02 Agosto al 28 Settembra 2014

La mostra dei Ferri Taglienti di Scarperia, giunta alla sua 41ª edizione, ha ospitato negli anni esemplari della produzione di coltelli e di ferri taglienti di diverse fogge e tipologie: sono stati in esposizione a Scarperia i coltelli regionali provenienti da vari centri produttori d’Italia come Frosolone, Maniago, Premana e Pattada; abbiamo ospitato la produzione dei più importanti centri produttori europei come Sheffield, Albacete, Laguiole, Solingen; abbiamo fatto un’incursione negli Stati Uniti con la collezione Randall e poi… esposizioni su forbici, rasoi, strumenti chirurgici, lame per uso agricolo come falci, falcetti e pennati.
Non sono mancate grandi collaborazioni con musei prestigiosi come il Museo Etnografico di Torino, Il Museo Antropologico e il Museo del Bargello di Firenze che hanno permesso di esporre lame africane, asiatiche o esemplari antichi.

La collaborazione con l’Associazione Italiana per la Spada Giapponese ha consentito nello scorso autunno lo svolgersi, tra le mura del Palazzo dei Vicari a Scarperia, la tempra di una lama da parte del maestro Yoshindo Yoshihara, Tesoro vivente della città e della prefettura di Tokyo, uno dei maggiori maestri del suo paese.

Con le sue attività di ricerca ed espositive, coordinate dal Centro per la Ricerca e la documentazione sui Ferri Taglienti, l’amministrazione comunale di Scarperia vuole rafforzare il ruolo e la vocazione di centro produttore dell’artigianato dei ferri taglienti -radicato nel DNA di questa terra – ma vuole anche dare vitalità ad attività di studio, ricerca, sperimentazione e innovazione in questo settore.
Alla continua ricerca di nuovi tesori da portare in esposizione presso il Museo dei Ferri Taglienti di Scarperia, quest’anno ci siamo imbattuti in una preziosa collezione di coltelli a scatto, tanto “belli” quanto “terribili”, come propone il titolo della 41ª Mostra dei Ferri Taglienti: i coltelli a scatto del collezionista maniaghese Lucio Di Bon.

 

 

La collezione di Lucio Di Bon, imprenditore del distretto produttivo di Maniago con
un’azienda specializzata in immanicature, conta quasi cinquecento esemplari, alcuni dei quali molto rari, con una varietà dei pezzi che testimonia il rilievo internazionale raggiunto dall’arte coltellinaia maniaghese in questo settore. Con la precisione del raccoglitore,  coltelli sono suddivisi per tipologia e per epoca, lasciando spazio a qualche igressione nelle produzioni di altre aree geografiche, europee ed extraeuropee.

Nella collezione compaiono alcuni rari esemplari maniaghesi della fine ‘800 e primi ‘900 nteramente realizzati a mano e numerati in ogni loro componente e coltelli con archi rari da trovare, come ‘Coricama’ di cui a Maniago non è rimasta traccia ausa la severa politica aziendale che impediva alle officine che lavoravano per
la ditta di tenere per sé alcun coltello, neanche quelli imperfetti. Nella collezione roviamo molti stiletti del periodo d’oro degli anni ‘50 e ‘60, quando questi oggetti aggiungono il massimo della perfezione, coltelli più recenti degli anni ‘70 e ‘80, poca in cui si sperimenta poco a livello di meccanismi, ma ci si diverte a variare
forme e materiali.

Per legge i coltelli a scatto sono a tutti gli effetti delle ‘armi’, ma il collezionista di uesti coltelli solitamente non risponde all’identikit dell’appassionato di armi, in quanto è più attirato dalla loro meccanica e forma estetica che dalle loro potenzialità offensive. nonostante l’aspetto più apertamente minaccioso e aggressivo, il coltello a scatto “molletta” è in realtà molto meno utilizzato come arma rispetto ad altri coltelli,
come quelli a serramanico e da cucina.

È la qualità estetica di questi manufatti di pregio che vogliamo mostrare ai visitatori della nostra mostra. Non mancherà naturalmente il raffronto con la produzione scarperiese, improntata sulla produzione di oggetti di utilizzo quotidiano e di supporto alle attività umane.

Questa mostra costituisce una ulteriore tappa nello studio delle varie tipologie di coltelli e ferri taglienti, nel cammino intrapreso ormai da anni dal nostro Centro di Ricerca e Documentazione sui Ferri Taglienti che, proseguendo studi già intrapresi nel passato da importanti studiosi ma ormai datati, non senza una certa ambizione, mira a creare un catalogo nazionale dei coltelli, ‘il catalogo’ della produzione italiana.

Scarperia- Laguiole – Il museo invita i musei 2013

 

Dal 27 Luglio al 29 Settembre 2013

La manifestazione intende porre a confronto la produzione artigianale dei ferri taglienti che ha caratterizzato e caratterizza i centri di Scarperia e Laguiole , costituendone un elemento significativo di identità.

Proprio per rendere possibile tale confronto il percorso espositivo segue le dinamiche secondo cui l’attività di lavorazione dei ferri taglienti si è andata affermando nel tempo storico, anche in rapporto alle caratteristiche economiche e ambientali del territorio di riferimento.

Pertanto una prima sezione della mostra dovrebbe mettere in luce le fasi di nascita e crescita della attività di produzione dei ferri taglienti, considerando le diverse tipologie legate all’uso molteplice nel lavoro agricolo e nelle attività quotidiane. Sarà oggetto di particolare attenzione l’individuazione delle prime esperienze produttive alla luce di possibili innovazioni tecniche nonchè in rapporto a richieste /esigenze avanzate dalle popolazioni locali.

Sarà quindi ( seconda sezione) necessario fornire indicazioni sul grado di diffusione dell’attività di coltellinai e affini mentre si farà riferimento alla peculiarità degli oggetti (coltelli e ferri taglienti) sia dal punto di vista dell’impiego dei materiali che per le tipologie elaborate e messe a punto di volta in volta.
La ricchezza tipologico-formale ( terza sezione) della produzione potrà essere illustrata da un repertorio di oggetti realizzati , nonché dall’impiego di materiali e tecniche della lavorazione artigianale e proto-industriale; possono essere qui illustrate le attrezzature ( utensili, macchinari, ecc.) e l’ambiente di lavoro ( fonti energetiche, officina, laboratorio, bottega).

La quarta sezione sarà incentrata sulla produzione attuale delle coltellerie con particolare attenzione per il design e per le innovazioni nell’uso dei materiali; potranno far parte della sezione studi e progetti adatti a rinnovare la produzione e ad assicurare un possibile allargamento del mercato di coltelli e ferri taglienti.

Potrebbe essere molto utile una raccolta iconografica e/o fotografica con particolare attenzione alle immagini d’epoca ed all’iconografia storica, nonché la eventuale raccolta di cataloghi della produzione originale e più caratteristica.
Il percorso espositivo prevede la messa a punto di pannelli illustrativi che affiancheranno gli oggetti esposti e ne daranno le opportune connotazioni anche tecniche.

Il Museo ospita i Musei

 

Dal 25 Agosto   al 16 Settembre 2012

Museo dei Ferri Taglienti di Scarperia – Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago
Con la trentanovesima mostra dei Ferri Taglienti si inizia un percorso di ricerca indirizzato a mettere in luce le peculiarità della produzione di coltelli e ferri taglienti di quei centri che, come Scarperia, sono riusciti a conservare tipologie tradizionali accanto a proposte di rinnovamento sia formale sia nell’impiego di nuovi materiali e tecnologie.

Il Museo dei Ferri Taglienti di Scarperia invitando il Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago vuole sollecitare un confronto fra modalità e tecniche di lavorazione, fra professionalità degli operatori e infine propone una significativa esperienza di collaborazione fra strutture museali.

Il Museo di Maniago è presente con una collezione di “coltelli a scatto”, per la prima volta presentata al pubblico, che comprende oltre alle principali tipologie di stiletti (stil), anche coltelli da caccia (“catalana” e “spes”). Sono poi presentati i progetti, eseguiti da studenti delle scuole maniaghesi, di diverse tipologie di coltelli d’uso quotidiano e da cucina, a testimonianza delle valenze e delle prospettive attuali della produzione maniaghese.

Lame e coltelli d’Italia

Dal 25 Agosto al 27 Settembre 2011

L’edizione 2011 della tradizionale Mostra dei Ferri Taglienti di Scarperia sarà indubbiamente dedicata all’Italia, nei suoi 150° anni dall’ Unità. Siamo dunque giunti alla 38° Mostra dei Ferri Taglienti, divenuta una delle manifestazioni del settore di maggior rilevanza a livello nazionale. “Lame e coltelli d’Italia” è il titolo della manifestazione organizzata dal Centro di Documentazione e Ricerca dei Ferri Taglienti, in collaborazione con Comune di Scarperia e Pro Loco Scarperia, che sarà ospitata dal 27 agosto al 25 settembre, nelle sale nobili del magnifico Palazzo dei Vicari.

Scarperia, Maniago, Frosolone, Pattada, Premana, sono luoghi di produzione di coltelli, lame e ferri taglienti. Alcuni hanno mantenuto la tradizione di questo specialissimo artigianato, altri hanno ripreso la produzione dopo intervalli più o meno lunghi di oblio, alcuni infine hanno riscoperto un sapere dimenticato e ne hanno intravisto le potenzialità di economia e di lavoro. In occasione del 150° anniversario dell’Unità italiana agli organizzatori è sembrato particolarmente significativo proporre il confronto fra esperienze produttive, modelli e tipologie di utensili del quotidiano, come di manufatti d’arte, che hanno accompagnato la vita e la storia di singoli e di comunità prima e dopo l’Italia unita. Il percorso espositivo tocca i temi relativi alle significative modifiche nella produzione dei ferri taglienti in rapporto alle nuove normative di legge dello stato italiano; mette in luce la circolazione di modelli regionali sul territorio nazionale e infine le differenti modalità di commercio promosse da artigiani e ditte del settore. Uno sguardo particolare è riservato all’evoluzione tecnologica in relazione ai materiali utilizzati, in particolare l’acciaio per le lame.
E questo weekend in occasione dell’inaugurazione, ovvero sia Sabato 27 che Domenica 28 Agosto, sarà presente a Scarperia anche il Gruppo Storico “Militaria 1848-1918” di Torino che animerà l’evento con una dimostrazione storica ambientata nel periodo risorgimentale.

Lame da Lavoro

 

Dal 28 Agosto al 19 Settembre 2010

Il 28 agosto verrà inaugurata a Scarperia la XXXVII edizione della Mostra dei Ferri Taglienti, ospitata fino al 19 settembre nelle sale del Palazzo dei Vicari. Tale manifestazione, di estrema rilevanza a livello nazionale, prende quest’anno in esame il molteplice utilizzo delle “lame da lavoro” nell’ambito dell’attività agricole e boschiva. Fra la produzione di coltelli, cesoie, ferri taglienti, gli arnesi agricoli hanno occupato un posto particolare che ha caratterizzato la comunità di Scarperia fino dalla sua nascita; come il coltello a serramanico era un oggetto d’uso comune adatto a risolvere i mille piccoli problemi del quotidiano, la roncola, il pennato, il falcetto e la falce fienaia erano arnesi strettamente connessi al mondo agricolo ed ai lavori dei campi.

All’interno del Museo dei Ferri Taglienti prosegue invece la Mostra dedicata al “Maremmano”, che si concluderà nella stessa data della precedente, nella quale sono esposti esemplari della collezione museale e riproduzioni di questo modello eseguite dalle manifatture scarperiesi.

Lame d’Oriente

 

Dal 22 Maggio al 14 Settembre 2009 

Dal 22 maggio sono in mostra nelle sale del Palazzo dei Vicari di Scarperia coltelli di grande interesse etnologico, provenienti dall’area delle isole di Sumatra (Indonesia). Si tratta di lame raccolte dal naturalista ed etnografo fiorentino Elio Modigliani negli ultimi decenni dell’Ottocento e conservate attualmente presso il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze.

Coltelli da lavoro, coltelli cerimoniali, coltelli da combattimento di varie tipologie, che documentano la vita sociale, economica e cerimoniale di popolazioni, che –ai tempi di Modigliani – erano ancora poco conosciute e relativamente ‘primitive’. Nei villaggi, tra i quali tali popolazioni erano distribuite, dominati da una conflittualità armata endemica tra gruppo e gruppo, spinta fino alla pratica del taglio della testa del nemico per ricavarne un trofeo umano, la produzione e l’uso di coltelli avevano un valore strategico. Essi, tuttavia, non ci parlano solo di violenze e guerre. Anzi.

Finemente lavorati o rozzi, nella varietà delle forme e dei materiali adottati per costruirli, ci lasciano intravedere la destrezza dei fabbri di queste isole, i molteplici usi pacifici cui i coltelli erano destinati, il loro valore economico nel sistema indigeno degli scambi tra merci e merci. La mostra scarperiese di quest’anno, che costituisce il seguito di quella dedicata, nel 2001, ai coltelli africani, ha il pregio di offrire al pubblico un documento, che ci consente di meglio conoscere e comprendere in senso etno-antropologico culture “altre-da-noi”, lontane nello spazio e nel tempo, allargando lo sguardo sulla loro vita sociale e sul contesto che fa da sfondo a questa preziosa raccolta di lame. Con una piccola grande scoperta: Elio Modigliani, nel corso delle sue esplorazioni da isola a isola, per convincere i nativi a cedergli i prodotti della loro cultura materiale, usò come ‘moneta di pagamento’ anche coltelli di Scarperia che si era portato dall’Italia.

L’Arte della caccia

Dal 25 Maggio al 14 Settembre 2008

Il Museo dei Ferri Taglienti , continuando il lavoro di valorizzazione delle collezioni, propone quest’anno la mostra “L’Arte della Caccia – usi costumi segreti coltelli” che punterà l’attenzione sugli strumenti, in particolare coltelli, utilizzati nell’arte venatoria praticata da signori e principi, ma anche sulla attività di cattura della selvaggina più minuta condotta da contadini e popolani anche infrangendo leggi e norme che rendevano la caccia un privilegio dei ceti nobiliari .
La mostra è organizzata in sezioni tematiche che prendono in esame i variegati aspetti della attività venatoria così come si sono andati definendo nel tempo storico , giovandosi di un ricco e suggestivo repertorio iconografico – dai mosaici alle miniature, degli affreschi ai quadri, alle sculture , ai gioielli, agli arredi – adatto ad illustrare le tecniche di cattura nonché il valore simbolico attribuito alla preda ed al suo consumo.

Non può naturalmente mancare il riferimento al trattato sulla caccia scritto da Federico II che sarà in mostra ( in fac simile ) insieme ad altri preziosi manoscritti miniati .
Ma un’attenzione particolare sarà dedicata alla attività venatoria della famiglia Medici ed in particolare alle battute di caccia organizzate nelle Bandite mugellane di Cafaggiolo , Trebbio e Panna; infatti i boschi e le selve mugellane erano fra i preferiti per l’abbondanza e la varietà della selvaggina come è testimoniato anche dal poemetto giocoso scritto da Lorenzo il Magnifico , “Uccellagione di starne”, in occasione di una famosa battuta di caccia svoltasi nei boschi di Cafaggiolo.

Un ricco repertorio di coltelli da caccia , provenienti da diverse aree italiane, sarà illustrato per le qualità tecniche nonché per il carattere di vero e proprio manufatto d’arte raggiunto ; alle collezioni del museo si sommano i pezzi più pregiati della collezione Salvatici messi generosamente a disposizione dalla famiglia del collezionista e indimenticato collaboratore del Museo dei Ferri Taglienti.

Coltelli. Per arte, per lavoro, per passione. L’eccellenza della tradizione

 

Dal 8 Giugno al 9 Settembre 2007

La Mostra dei Ferri Taglienti oggi alla 34° edizione ha come tema “Coltelli. Per arte, per lavoro, per passione. L’eccellenza della tradizione” inaugurata il giorno 8 giugno, sarà visitabile fino al 9 settembre 2007.

La manifestazione prende in considerazione la produzione di coltelli e ferri taglienti realizzata dai maestri coltellinai e dalle aziende di Scarperia nella seconda metà del ‘900 , un periodo in cui la produzione dei coltelli ha conosciuto una drastica riduzione ed un sostanziale cambiamento della organizzazione produttiva delle imprese artigiane.
Sono state proprio le aziende artigiane in grado di adeguarsi al cambiamento, grazie anche alla spinta dell’Amministrazione comunale attraverso la costituzione nel 1987 del Centro di ricerca e documentazione sull’artigianato dei ferri taglienti, che ha ridato alle aziende le conoscenze storiche e ha valorizzato la tradizionale produzione scarperiese.

Le Aziende hanno lavorato per mantenere la riconosciuta qualità dei prodotti, garantendo in buona misura il rilancio della produzione attuale, anche rinnovando il catalogo merceologico e affiancando ai modelli più tradizionali , prodotti attenti al gusto di un design internazionale.

La tradizione familiare di mestiere ed uno spirito imprenditoriale in faticosa affermazione che hanno permesso la trasmissione dei saperi fino all’oggi , perpetuando una secolare tradizione di artigianato d’arte, sono i motivi conduttori della mostra che vedrà l’esposizione delle collezioni di prodotti dei maestri artigiani che hanno contribuito alla fama della specializzazione produttiva di Scarperia.

SCARPERIA 700 ANNI. Da terra nuova a Vicariato del Mugello

 

Dal 1 Giugno al 3 Settembre 2006

In occasione del settecentesimo anniversario della fondazione di Scarperia è prevista la realizzazione di una manifestazione espositiva didattico-documentaria incentrata sul momento della fondazione del centro e sui primi secoli di vita della popolazione che, grazie agli incentivi ed alla protezione offerta da Firenze, poteva risiedere all’interno delle mura della nuova “terra”.

La fondazione di Castel San Barnaba-Scarperia faceva parte di un programma di organizzazione del territorio messo in atto dalla Repubblica Fiorentina fra gli ultimi anni del ‘200 e i primi decenni del ‘300, per debellare definitivamente la feudalità che ancora dominava nelle aree più lontane dalla Dominante. Scarperia, così come Firenzuola, vennero fondate in funzione anti Ubaldini, i potenti feudatari dell’Alpe appenninica, ma erano destinate a divenire dei veri e propri centri di presidio per la strada transappenninica che rappresentava il principale se non unico collegamento della repubblica verso nord e con le fertili pianure del bolognese.
E la grande arteria viaria posta al centro del nuovo insediamento, costituendone l’elemento ordinatore dell’abitato nonché il fattore più importante per la crescita della “terra”.

La manifestazione , oltre ad un apparato illustrativo in grado di ricostruire il clima in cui si sono svolti i principali avvenimenti dei primi secoli di vita del centro, utilizzerà l’esposizione di documenti originali (depositati presso l’Archivio di Stato di Firenze) relativi alla fondazione ed alle prerogative del centro, nonché alla qualità del tessuto insediativo e della popolazione compresa entro le mura.

Le forme del coltello

 

Dal 4 Giugno al 18 Settembre 2005

La Mostra, che si inaugura venerdì 3 giugno alle ore 17,00, si articola in due momenti diversi e sotto certi aspetti complementari, la produzione di coltelli tradizionale italiana e non, raccolta da un grande esperto e studioso di coltelli che ha collaborato per anni con il Comune di Scarperia e il Centro di ricerca ferri taglienti e la prospettiva dell’innovazione.

La prima parte della mostra dal titolo: La passione di un collezionista: i coltelli di Luciano Salvatici, espone più di cento coltelli tra pieghevoli e a lama fissa rappresentativi delle più importanti produzioni italiane ed europee, con alcuni esemplari anche extraeuropei, raccolti da Luciano Salvatici nel corso di una vita ed esemplificativi della sua più vasta collezione.
Scarperia intende in questo modo rendere omaggio allo studioso, di recente scomparso, che ha avuto un ruolo fondamentale in tutte le iniziative promosse dall’Amministrazione comunale per la valorizzazione dei ferri taglienti scarperiesi e che ha rappresentato a livello nazionale un punto di riferimento unico nel settore.
Tra i coltelli esposti, una serie di coltelli fatti interamente a mano da Luciano Salvatici, riproduzioni fedeli di coltelli tradizionali.

L’altra parte della mostra dal titolo: “Le forme del coltello: ricerca, design, arte contemporanea” , curata da Kore Arte contemporanea, e inserita nel circuito regionale TRA ART (circuito regionale arte contemporanea) documenta il processo d’innovazione, frutto del lavoro di più competenze. Produzioni nel campo del design e dell’arte che hanno contribuito a ridisegnare la forma del coltello per partecipare alla creazione di un plusvalore necessario alle imprese come unica variabile competitiva da proporre sui mercati internazionali.
Per la realizzazione del progetto della mostra “Le forme del coltello” il corso di laurea di Disegno Industriale dell’Università di Firenze ha lavorato alla ricerca e alla selezione di design degli oggetti esposti su un vasto numero di aziende europee.

A corredo della mostra gli studenti dell’ultimo anno del Corso di Laurea dell’Università di Firenze presentano un selezionato gruppo di progetti da realizzare con le aziende di Scarperia.
In mostra arte contemporanea con le opere ispirate alle forme del coltello di Vittorio Corsini, Carlo Fei, Radu Dragomirescu, Jannis Kounellis avvicina in un processo culturale attivo i diversi settori.
Il progetto presentato da Kore Arte Contemporanea vuol sottolineare le complessità e le affinità tra produzione, cultura e territorio. Un catalogo documenterà la mostra.

2004 – Female blades

From 29th May to 19th September 2004

The exhibition will be an opportunity to reflect on the main female occupations of the past, related to the arts of sewing and embroidery and at the same time intends to offer a broad example of the production of scissors, one of the main tools of these arts.

Thanks to the collaboration of several Italian collectors and the specimens owned by the Scarperia cutting irons museum, scissors of different origins and from different eras, from the 16th century onwards, will be exhibited, however, related to women’s activities: sewing and embroidery scissors, but also snuffer scissors, scissors to cut sugar, precious and refined cases with embroidery sets for the richest women, chatelaines to wear on the belt with all the tools to exercise your role as hostess, up to the commonly used scissors, many of which are produced in Scarperia.

The layout will be enriched with ancient embroidery or linked to local production.
An interesting study on the production of scissors in Scarperia will complete the exhibition.

Offensive and parade blades

 

From May 31 to September 14 2003

The XXX edition of the Scarperia exhibition is dedicated to the theme of the passage of travelers and armed men in transit through the Passo del Giogo and with a stop in Scarperia from the XV to the XVIII century.

About 70 pieces are exhibited, including weapons and knives, from the Stibbert Museum and philological reconstructions of period clothes, which together with the set design, will help us relive the habits and needs related to the journey into the past.

The exhibition is divided into five sections: 1) courteous rituals in the fifteenth century; 2) Offense and defense; 3) The princely ceremonial; 4) The hunt; 5) Table and travel cutlery.
Scarperia’s exhibition highlights the material of Stibbert not very well known, framing it in a historical theme: that of the role that this center of Mugello had from the 16th to the 18th century, both as a vicariate seat in the territorial organization of the Duchy – and then Grand Duchy – of Tuscany, both as a place of transit for “foreigners”. Men of arms, troops, merchants, travelers, pilgrims and others who walked the road that crosses the Apennines to the Passo del Giogo stopped there to refresh themselves and stay overnight. This heterogeneous humanity in terms of conditions and provenance carried weapons, but also personal cutlery, different according to their origin, which could be located in one of the various states and small states in which Italy was divided, or in much more distant lands.

Consistent with this approach, only a few important pieces are Tuscan, such as the beautiful Corsaletto della Guardia Medicea of ​​Ferdinando I, or the typical bullet-shaped crossbows with which we delighted in bird hunting. It can be observed that, as almost always happens, what belonged to the humblest is missing: the modest cutlery of the pilgrim, the rustic handyman’s knife of the low-ranking wayfarer did not have qualities such as to be considered worthy of being preserved.

If the picture inevitably favors the armed men and gentlemen, it is however livened up by a certain number of clothing items relating to the period considered. These are scrupulous reconstructions carried out on the basis of period images and due to the passion and expertise of Sara Piccolo Paci, who has long been dedicated to the study of ancient clothing. The specimens are made on a reduced scale, but with a precise attention to the methods of realization, the type of stitching, the choice of fabrics. Each piece is accompanied by the image from which it is taken, testifying that it is not simple “style” clothes, but precise reconstructions of what a particular character wore in a painting wore.
Among the pieces exhibited in the exhibition, one raises questions that concern Federigo Stibbert and Scarperia. It is a beautiful wide-blade table knife, of the type used to make portions, with an ivory handle carved with a biblical scene: Adam and Eve in Earthly Paradise together with the tree with the snake. The taste suggests 17th century specimens, but the blade bears an impractical two-line mark: «… LDO … NCHI – SCARPERIA». The only Scarperian architect who corresponds to it is Leopoldo Banchi, born in 1855 and active in the years in which Federigo Stibbert gave accommodation to his collections.

At least the blade must therefore be contemporary to the great collector. But the handle? If the whole knife came from Scarperia, it would be necessary to admit that in this center, towards the end of the nineteenth century, there were also excellent old-style reproductions, which has never been known so far. If, on the other hand, the handle is older, it would be one of those completion interventions that Stibbert used on various occasions.

Irons to heal

 

From May 31st to September 15th 2002

In the history of man-made techniques for health care, a decisive role has always been played by a set of manual-type treatments, which we usually give the name of surgery. In reality, progress in this field, from the first rudimentary rescue operations to modern surgical technique, has been enormous and even the use of the same term for such different realities requires some caution. It seems natural to contemporary man to consider surgery as a branch of medicine that deals with patient health for similar purposes, albeit with different techniques, compared to those of internal medicine. Historically, however, surgery and medicine have experienced moments of total separation and, in particular, for some centuries, between the late Middle Ages and the modern age, surgical practices have undergone a strong devaluation, due to the joint action of social prejudices against work. manual and religious taboo on operations performed on the human body “with iron and fire”, the oldest document of which is probably the papal bull of Innocent III, Ecclesia abhorret a sanguine, which dates back to 1215.

Only with the eighteenth century and the Enlightenments, the different events of progress of operating techniques and reform of the system of recruitment and training of surgeons will put an end to these prejudices, initiating a real process of cultural and social emancipation of surgery. In the span of fifty years the surgeons will free themselves from the embarrassing coexistence in the same art of minors with barbers and phlebotomists and will at least in part emacipate from the protection exercised on the exercise of surgery by the graduate doctors (physical doctors, according to the current college term), the whose professional college decided, in many countries and until the second half of the eighteenth century, to authorize the exercise of the activities of apothecary and surgeon.

A decisive contribution to this process was made by public authorities which, almost everywhere during this period, will implement a reform of the system of recruitment and training of surgeons, including a curriculum of theoretical studies and a practical internship, both to be held in one of the numerous hospital schools. Only with the following century and the great technical and scientific progress, the training of surgeons will be equalized, even formally, to the medical one, and the different teachings brought together in a single university faculty, while the diffusion of the two major surgical innovations of the nineteenth century, the anesthesia and antiseptic practices, will revolutionize surgical techniques and the very concept of surgery.

The Ferri per Guarare exhibition, which collects surgical instruments, surgical manuals and other period images from the second half of the eighteenth century until the end of the nineteenth century, allows us to understand the development of surgery in the two phases outlined above of emancipation (XVIII century) and definitive affirmation (XIX).

It documents first of all the appearance of a new surgeon figure, emerged from the eighteenth-century reforms: a master of arts, still partially excluded from the major titles, but already sensitive to the progress of anatomical and physiological knowledge and open to the experimentation of new surgical techniques or of surgical instruments. Proof of this are the quantitative increases and the diversification of the production of surgical instruments in the period under examination, which is evidenced by the instruments on display. The progress is particularly sensitive in the field of practices related to military surgery, but also very ancient operating techniques such as trepanation of the skull and lithotomy are disrupted, with the introduction, very well documented by the exhibition, of innovative operating techniques and consequently new types of surgical instruments. Particular is the case of obstetrics, whose development is certainly linked to the diffusion of Enlightenment ideas, which removed the religious prejudice against pregnant women and childbirth and induced the public administration to make a decisive intervention in the assistance given to women in maternity . The exposed irons document this passage: at a first moment when surgeons intervened only in case of serious complications of childbirth correspond embryotomic instruments and other drawing instruments for the extraction of the dead fetus, while the growth of surgical interventions is reflected in the spread of obstetric instruments to be used in ordinary conditions, such as the forceps, whose development, well illustrated by the collection of exposed irons, follows a typical evolution of the progress of anatomical experiences and knowledge. From the rudimentary lever of Roonhuysen we pass to the Chamberlen and Palfyn forceps, with the only curvature corresponding to the cephalic one of the fetus, to then arrive, through various forms of passage, to the forceps of Levret and Smellie, which have a second curvature corresponding to that of the mother’s pelvic, to conclude by setting the problem of traction in a scientific way, solved by Tarnier’s forceps only at the end of the 19th century.

The exhibition continues documenting the definitive affirmation of surgery with the acquisitions of anesthesia, which will allow to fight the first traditional enemy of medical practice, that is, patient pain, and antiseptic practices, which will be affirmed with difficulty, but which will undoubtedly represent one of the greatest advances, in terms of human lives, of all universal history. Apart from some illustrations, some of which of absolute historical value, the birth of anesthesiology and the discovery of sepsis are documented indirectly by the evolution of the instruments. If the surgeon can operate on an unconscious patient and without worrying about possible subsequent infections, the duration of the intervention and its depth can be enlarged out of all proportion, allowing the study of complex operations and the birth of real specializations, such as abdominal surgery , thoracic and cranial. Even the instruments are affected by this new approach, specializing and responding more and more precisely to new operating needs and anatomical and physiological knowledge. The exhibition, far from any pretense of exhaustiveness, presents some significant tools of this definitive phase of surgery, which concludes our exhibition itinerary.

ROBERTO DEL BUFFA

Blades of Africa

 

From June 1st to September 16th 2001

The long series of annual exhibitions held in Scarperia has developed the theme of cutlery in various editions, and more generally of the blades, keeping constant attention to the Italian and European production environment. This edition proposes instead, for the first time, African blades: knives, weapons, sharp tools from cultures that are profoundly different from the one in which the activity of our knife makers developed.
The occasion is offered by the copious and fascinating material that makes up the African collections of the National Museum of Anthropology and Ethnology of the University of Florence. The main nucleus is made up of pieces from Congo, which present a great variety of shapes, a skilful workmanship and a strong decorative taste. These are actually products that deserve to be carefully considered, also to discover functional characteristics that are not immediately evident due to the great diversity compared to the European models, to which they are difficult to assimilate. To make the picture of Congolese typologies even more complete, the exhibition brings together other pieces from the similar museum of the University of Turin.
Then there are blades from other areas, so that different populations are represented (Bantu, Zulu, Masai, Pygmies, Bushmen, etc.) without however understanding the entire African continent, indeed purposely limiting the field to cultures that have been less subject to external influences. The pieces are all of ancient acquisition, collected in historical explorations and study expeditions, and this makes them even more “genuine” from a possible contamination point of view.
The exhibition includes about two hundred pieces including knives, weapons and various cutting irons, different in shape, size, use. Among the smaller objects are the shaving blades, the circumcision blades, the instruments of a surgery that was not foreign to local medicine. Then knives of various kinds, daggers, other short weapons to be held or thrown, but difficult to classify according to our usual categories, often shaped in a way that may appear simply imaginative, but which in expert hands had a specific functionality.
Some particularly significant specimens of lances and arrows have been chosen for the working of the iron tips. Then there are sharp tools for agriculture, blacksmith’s tools, small tips to get the thorns off your feet, and more. There is no lack of disturbing tools, such as the terrible iron claws with which the adepts of the leopard-men sect tore the victims.
There is no doubt that, in a comparison with European production, the most obvious aspect is that of diversity. But a more careful analysis can also highlight significant analogies: the weapon or tool that becomes an index of rank, or that takes on a particular symbolic or ritual function, is present in both cultures, albeit in different forms. And also on a material level, the African forger placed in front of the need to obtain effective blades by economizing iron, practically faced the same problem as the craftsman of the European Middle Ages, when iron was scarce here too, or the nineteenth-century knife maker who was to however, save on raw materials, and the solutions found are sometimes similar, or in any case can be the subject of interesting comparisons. The hope is therefore that this exhibition does not constitute a conclusion, but a starting point and a stimulus for future study.

XXVII Exposure of Cutting Irons

 

From May 19th to June 4th 2000

 

– Ancient Warriors, today’s craftsmen

– Randall’s knives

On the razor’s edge

 

From August 27th to September 12th – 1999

 

200 years of safety razors in the world. The Lorenzi collection

XXV Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

 

Dal 28 Agosto al 13 Settembre 1998

 

Side shows:

– Knives and daggers of the Bargello

– The Italian Custom knife

– Show of graphic humor

XXIV Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 28th to September 14th – 1997

XXIII Exposure of Cutting Irons

From August 30th to September 15th – 1996

XXII Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 26th to September 17th – 1995

XXI Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 27th to September 18th – 1994

XX Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

 

From August 18th to September 19th 1993

Solingen’s knives

From August 29th to September 13th – 1992

XVIII Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From 1st to 15th September 1991

 

Side shows:

– The saber: story of a weapon and a costume

– Sardinian craft of knives

XVII Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From 2nd to 16th September 1990

 

Side shows:

– French cutlery

– Sandokan’s weapons

The other side of the knife

From August 27th to September 10th – 1989

XV Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 28th to September 11th – 1988

 

Side shows

– The horse, accessories and curiosities

guests: Mayor and Delegation of Laguiole

XIV Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

 

From August 30th to September 13th – 1987

 

Side shows:

– Toys and perfumes.

XIII Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

Dal 31 Agosto al 14 Settembre 1986

 

Mostre collaterali:

– Storia dei vigili del fuoco

XII Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

 

From September 1st to September 15th 1985

 

Side shows:

– History of the Circus

XI Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 26th to September 9th – 1984

 

Side shows:

– History of Beer

– History of Figurino Piatto

X Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 28th to September 9th – 1983

 

Side shows:

– History of Cars

IX Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

Dal 29 Agosto al 12 Settembre 1982

 

Side shows:

– History of the railways

– Once upon a time

VII Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

 

From August 30th to September 14th – 1980

 

Side shows:

– Il Figurino storico (1800-1918)

– 1st exhibition of the Florentine philatelic club

–  Motors from the past ( September 1980)

V Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From 2nd to 10th September 1978

IV Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From August 28th to September 8th, 1977

II Exposure of Cutting Irons and Wrought Iron

From 1st to 8th September 1975